I saggi “Anime quotidiane”, “Anime alla moda!”, “Anime a scuola” spiegano alcuni aspetti della vita quotidiana nel paese del Sol Levante che emergono dalla produzione pop del paese. Tra questi, vengono analizzate le gerarchie familiari, la struttura delle abitazioni, delle strade e dei mezzi di trasporto, i divertimenti più in voga tra i giovani, il sistema scolastico (con le sue uniformi e i suoi club sportivi) e l’evoluzione della moda dagli anni ’60 in poi con riferimenti continui alle loro apparizioni nei manga e negli anime. Questo rende la letteratura molto interessante, dato che la maggior parte dei lettori ricorda gli anime che hanno scandito la propria infanzia e vedrà spiegati all’interno del testo quegli elementi che gli risultavano più incomprensibili.
Nel saggio “Ad est di Oliver Twist” Marco Pellitteri risponde alla critica comune che i cartoni animati giapponesi siano fondamentalmente delle lagne e che le trame siano tragiche e angoscianti (e pensando a Candy Candy, Georgie! e Heidi è difficile smentire tale affermazione). In realtà, emerge che molti autori giapponesi si sono in realtà ispirati proprio ad opere occidentali seguendo un filone commerciale in parte ispirato dai feuilletons francesi dell’800. Il saggio della Scrivo, che fa da prologo ad una sua prossima pubblicazione, analizza brevemente la coscienza di identità di genere nel manga e nell’anime, come specchio di una tradizionale visione culturale giapponese. Infine, per chi fosse interessato al Giappone “delle spade”, il saggio di Di Fratta presenta un’interessante descrizione del Bushido (la via dei samurai), ancora una volta con citazioni e rimandi “pop”.
“Con gli occhi a mandorla” è un testo scorrevole, adatto agli studiosi di nipponistica così come a chi è semplicemente interessato a scoprire qualcosa di più sul Giappone, paese che ha già imparato a conoscere da bambino attraverso i “cartoni animati” e i fumetti spesso mal visti dagli adulti del tempo. Con questi lettori in mente, il libro vi conduce per mano attraverso la comprensione di differenze culturali e sociali che tuttavia, nei nostri cuori di bambini, noi avevamo già perdonato.
Ameriga Giannone