La particella の (no) del caso genitivo e i suoi usi.
- La particella の possiede svariate modalità di utilizzo e differenti valori semantici. In questo caso ci accingiamo ad analizzare il primario uso che di tale particella viene fatto nella lingua giapponese. Il riferimento in questione è quello del caso genitivo, per il quale il の, similarmente al genitivo sassone della lingua inglese, viene ad esprimere valore di specificazione e di possesso.
- Specificazione: ex shinbun no nyu-su
新聞 の ニュース
La notizia del giornale.
Letteralmente: Giornale del notizia
Determinante Determinato
Ex nihongo no hon
日本語 の 本
Il libro di giapponese.
letteralmente: Giapponese del libro
- Possesso: ex watashi no hon
私 の 本
Il mio libro.
Letteralmente: Io (me) di libro
Determinante Determinato
Ex Tanaka san no uchi
田中さん の 家
La casa del signor Tanaka.
Lett: Signor Tanaka del casa
- Dagli esempi qui sopra riportati, è possibile notare una particolarità fondamentale del sistema comunicativo giapponese (tra l’altro in comune con quello cinese): il determinante, sia esso un nome o un verbo, precede sempre il determinato, a cui si lega proprio attraverso la particella の.
- Se il contesto di riferimento, poi, lo permette è possibile fare a meno di esprimere il determinato. Cfr ex nella lez. della 3° sett.
La forma negativa della copula です: ではありません
- Riprendendo la modalità di formulazione base della frase giapponese, è possibile, cambiando la copula desu in dewa arimasen では ありません (forma cortese), realizzare una frase dotata di predic. nominale, con logica temporale non passata e di senso negativo.
Ex 私 は がくせい です。
Watashi ha gakusei desu.
Io sono uno studente
N は N です
Lett: Io studente sono.
DIVENTA
Watashi ha gakusei dewa. arimasen.
Io non sono uno studente
N は N ではありません
Io studente non sono
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Ricordiamo nuovamente che in giapponese i verbi e la copula non si coniugano. Perciò dewa arimasen, così come desu e qualsiasi verbo, può essere utilizzato nella forma qui presentata in riferimento a qualsiasi persona, singolare o plurale, maschile o femminile essa sia. Bisogna però tenere a mente il carattere temporale e formale che la copula e i verbi giapponesi esprimono: in questo caso si esprime un tempo “non passato” (perciò dewa arimasen può significare –non sono- ma anche –non sarò-) e un grado assolutamente gentile e formale.