Wataya Risa: Viaggio nella solitudine adolescenziale

Proseguiamo con i nostri consigli di lettura.

oggi vi proponiamo un’autrice emergente che dal panorama giapponese si affaccia sullo scenario narrativo internazionale

14286148048ce017fc734aa0f0f17f13.jpg

Si tratta di Wataya Risa, scrittrice giapponese di 22 anni che ha debuttato a soli 17 anni con il libro Install, con il quale ha vinto il premio Bungei nel 2001. Il romanzo di cui parliamo oggi, “Solo con gli occhi” è la sua seconda creazione.

 

Un libro che sviluppa il tema della solitudine adolscenziale vissuta attraverso gli occhi di una ragazza che vorrebbe assumere maggior consapevolezza e propositività nella realtà sociale che la circonda soprattutto nella sfera delle amicizie e dei primi amori… ma allontanata da questo traguardo dall’incomunicabilità che la solitudine necessariamente trascina a sè.

“La solitudine grida. Un grido che si leva alto e continua a risuonare come una campanella, al punto da farmi male alle orecchie, da serrarmi il cuore, e per impedire che i miei compagni lo sentano, mi metto a stracciare fogli di carta. In lunghe, lunghissime strisce. Il fastidioso rumore della carta strappata sovrasta quello della solitudine”

 

Un grido struggente che lascia adito a poca leggerezza. Un libro interessante che richiama con forza la ferocia del malessere giovanile, a volte inascoltato dalla società dei grandi e il più delle volte sottovalutato nella continuità di malesseri passeggeri.

 

Vi proponiamo una parte della recensione pubblicata sul nostro partner magazine Corriere Asia.

“Hatsu è un’adolescente, al primo anno di liceo, che si trova a dover affrontare il passaggio dalle scuole medie alle superiori. Da una parte rifiuta di dover cambiare se stessa per poter essere accettata dal gruppo. Contemporaneamente, però, si sente sempre più sola e non accetta questa sua esclusione. “Io detesto essere esclusa, ma odio ancora di più far parte di un gruppo. Appena ne diventi membro ti devi adeguare agli altri, è un comportamento che non porta a nulla”. Così, trascorre le proprie giornate da sola, fino a quando incontra Ninagawa, un compagno che, come lei, è escluso dal resto della classe e che vive in adorazione di Oli-Chan, una diva dello spettacolo.
Quella che si istaura tra i due è una relazione a metà tra amore e intolleranza. Hatsu lo osserva, lo scruta, lo squadra, ma è “solo con gli occhi” che riesce a entrare in contatto con Ninagawa, vorrebbe “dargli un calcio” (come dice il titolo originale) per farlo uscire dal suo mondo di sola adorazione per Oli-chan, ma non ci riesce e la loro storia alla fine non evolve, non giunge a nulla. “

Potete leggere gratuitamente la recensione completa del libro ad opera di Daniela Ingrosso direttamente dal link seguente:

http://www.corriereasia.com/_var/rubriche/DVNCFCG-EMCAONA-BVQI.shtml 

 Attendiamo vostri commenti e spunti di lettura!  byASG

 

 

 

Wataya Risa: Viaggio nella solitudine adolescenzialeultima modifica: 2007-06-21T12:10:00+02:00da inokashira
Reposta per primo quest’articolo

3 pensieri su “Wataya Risa: Viaggio nella solitudine adolescenziale

  1. secondo me, è un libro molto carino, nè troppo serio, nè troppo stupido. Da leggere quando ci si vuole rilassare senza leggere l’enigmistica.
    Secondo me però l’autrice ha lasciato in sospeso la relazione fra i protagonisti, alla fine del libro risulta che ninagawa incomincia ad avere interesse per lei, proprio perchè sono in sintonia…è sbagliato pensare che non giunga a nulla, è una relazione in evoluzione quella che troviamo alla fine di questo bellissimo libro

  2. “…la loro storia alla fine non evolve, non giunge a nulla. ”
    Grazie ma ora non posso leggerlo dato che so già la fine!!!

I commenti sono chiusi.