Masi Oka, un eroe giapponese. Fenomeno Heroes

5ed9ef55a7257641b333f12a1d118cd7.jpgIl ritratto di un attore emergente ma già ben noto ai fan della serie “Heroes” in onda in questo periodo anche sulle rete italiane.

Il contributo è di Andrea Morstabilini ed è offerto dal nostro media partner Corriere Asia.

 

Masi Oka (il vero nome è Masayori Oka) nasce nel dicembre del 1974 a Tokyo e ad appena sei anni, a causa del divorzio dei genitori, segue la madre in California, a Los Angeles. Studente prodigio, viene ammesso alla Brown University, uno dei college più selettivi dell’elitaria Ivy League, dove si laurea a pieni voti in informatica e matematica. Che il suo destino riguardasse l’arte visiva lo dimostra il primo lavoro: digital artist per l’Industrial Light & Magic, la compagnia di effetti speciali di George Lucas.

ca495e156f3c2db85a39daf2c113a77f.jpgDopo aver sviluppato un programma per gestire le routine grafiche dell’acqua, utilizzato sia ne «La tempesta perfetta» sia ne «I pirati dei Caraibi», decide di tentare la carriera di attore e ottiene una piccola parte in «Scrubs», la sticom demenziale ambientata nel mondo degli ospedali. Seguono altre parti minori in «Una mamma per amica», nello sfortunato spin-off «Joey» e in alcuni film di discretto successo commerciale come «…E alla fine arriva Polly» e «Austin Powers: Goldmember». Poi, nel 2006, il ruolo della consacrazione: viene scelto da Tim Kring per il pilot di una serie televisiva su cui in pochissimi sono disposti a scommettere, «Heroes».

L’episodio pilota, considerato troppo lungo e troppo poco comprensibile, viene scorciato di più di mezz’ora e messo in onda, senza troppa convinzione, dalla NBC. Il successo è immediato tanto che l’emittente ordina a scatola chiusa una stagione di ventitré episodi: «Heroes» diventa in pochissimo tempo un cult in tutta America e, di lì, in tutto il mondo. In Italia è da poco iniziata la trasmissione della prima stagione, con ottimi indici d’ascolto.
Fra i molti protagonisti della serie, due in particolare si sono imposti all’attenzione del pubblico internazionale e hanno suscitato enorme consenso fra i fan: Hayden Panettiere, nei panni della cheerleader Claire Bennet, dotata del potere di autorigenerarsi, e Masi Oka, che interpreta Hiro, impiegato in una multinazione di Tokyo, appassionato di videogame, di manga e di Star Trek, che scopre di avere il potere di manipolare lo spazio-tempo.

È la prima volta, in America, che un attore giapponese trova un così ampio consenso nell’interpretare il ruolo di un orientale le cui battute, per di più, sono al 90% tutte in lingua originale e sottotitolate. Il personaggio di Hiro, tuttavia, grazie alla magistrale mimica di Masi Oka e alla sua fisicità così plastica da ricordare un Buster Keaton dal Sol Levante, ha fatto breccia nel cuore dei fans. E dei critici: Masi Oka si è infatti già aggiudicato il prestigioso Saturn Award come Miglior Attore Protagonista, il TV Land Award (andato all’intero cast di «Heroes») e ha ricevuto una nomination ai Golden Globe (dove gli è stato tuttavia preferito Hugh Laurie, per «Dr. House»). E ora la candidatura agli Emmy.

La serie tv è in lizza anche per il riconoscimento come Miglior Serie Drammatica e come Miglior Montaggio: la grande risonanza ottenuta è anche sintomo di un fenomeno più ampio. Che negli ultimi anni Hollywood si sia interessato all’Oriente e l’abbia riscoperto in chiave di esotismo romantico (si pensi a «Memorie di una Geisha», «Il Velo dipinto», «Lost in translation») è un dato di fatto: ma non era mai successo che anche il mondo delle serie televisive di qualità vi dedicassero una così ampia attenzione. È accaduto prima con il mondo socialmente polarizzato della Corea del Sud in «Lost» ed ora con il Giappone e Tokyo grazie ad «Heroes»: una menzione speciale, in tal senso, va alla fotografia della serie, curata da John B. Aranson, che ha fotografato la metropoli nipponica in una luce accecante di giorno e sfolgorante di notte. La scena, contenuta nel pilot, degli impiegati dell’azienda di Hiro che si rilassano sul tetto del grattacielo e vengono sorpresi dall’eclisse contiene una delle riprese aeree di Tokyo più mozzafiato degli ultimi anni; la sequenza invece ambientata nel locale dove Hiro e l’amico Ando si ritrovano dopo il lavoro riesce a riassumere, con un montaggio rapido e secco, la vita notturna della capitale come non si vedeva dai tempi di «Lost in translation».

Andrea Morstabilini 

Corriere Asia 

 

Masi Oka, un eroe giapponese. Fenomeno Heroesultima modifica: 2007-09-25T10:55:51+02:00da inokashira
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