Il Giappone minimalista in mostra a Milano: Yamamoto Masao

Non appena ne ho avuto conferma mi sono precipitato a renderne notizia su queste pagine:

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bac274e12ca6ca9a38aa16c7bed5e06f.jpgDall’8 settembre a 25 ottobre presso la Galleria Sozzani in Corso Como 10 a Milano, saranno in mostra una selezione di opere minimaliste di Yamamoto Masao, tratte dalla serie “Nakazora” e “A box of Ku”

Riassumere in “minimalismo” la realtà comunicativa della fotografia di Yamamoto è quanto di più scontato e impreciso si possa fare credo, ma serve a localizzare l’esperienza dell’artista giapponese che, a mio avviso, rivive nel suo percorso una missione non solo puramente estetica ma nel contempo filosofica. In fondo, da sempre, il concetto di bello sublima l’essere umano, lo innalza ad uno stadio di conoscenza intelleggibile, silenziosa e spesso irrazionale ma portatrice di gioia.

L’ordine degli elementi ricercata da Yamamoto però è frutto di una ricerca voluta e faticosamente completata.Come un cerchio che torna a chiudersi intorno all’artista, in un’atmosfera da nirvana espressivo pienamente appagato.

“Un universo di elementi quotidiani e apparentemente banali sono raccolti in uno spazio al di fuori dell’ordinario, arricchito da una luce speciale  e da una leggerezza unica in grado di rendere caratteristici e unici ritratti, vedute e nature morte apparentemente consueti”

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La ricerca di Yamamoto è  atta a catturare la naturalezza di ogni essere nella sua piena armonia con il cosmo. E’ una ricerca quas buddista direi, che esprime molto della sensibilità spirituale giapponese oltre che del gusto estetico. E’ impressionante notare come in questo caso, spiritualità e bellezza camminino con naturale sintonia in un percorso artistico  voluto e condotto proprio con un bisogno espressivo che richiami al concetto di ordine.

7f28cd803fe3a7b2d02ac7cc00f344ea.jpgLo stesso Yamamoto in un’intervista al Corriere della Sera parla di un percorso spirituale di ricerca dentro e fuori di sè. Uno studio sull’accettazione delle dicotomie che ci circondano e ci caratterizzano nelle nostra umana imperfezione.

E il richiamo al continuum dell’opposizione / completamento di yin e yang è più che evidente e percepibile nell’esperienza dell’artista. Non a caso la sua scelta ritorna sempre sulla contrapposizione fra spazio bianco e vuoto e spazio pieno, oltre che nell’utilizzo della dimensione piccola dell’immagine quasi ad instaurare un rapporto più profondo, di attrazione reciproca e volutamente complessa fra osservatore e opera osservata.

Una mostra da vedere e da assaporare come un “bagno di naturale riscoperta” dell’armonia insita incondizionabilmente in ogni essere e in ogni elemento del pianeta e pienamente assaporabile anche solo dalla delicata posizione di una donna “catturata” in una postura dall’aggraziata e diretta espressività. 

In attesa di vostri commenti sull’artista e sul suo percorso vi rimando alle impressioni post mostra.

Paolo. ASG 

 

Il Giappone minimalista in mostra a Milano: Yamamoto Masaoultima modifica: 2007-09-04T09:05:00+02:00da inokashira
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