Shinzo Abe molla tutto: fra notizia e commento sulle dimissioni del premier giapponese

ac45485708f37f9a336cb0d2c6cc9420.jpgUna notizia che lascia il Giappone di stucco. Un annuncio inaspettato proprio ora che ci si aspettava grande rilancio dal rimpasto di governo messo in atto nei giorni scorsi. E invece ecco la clamorosa rinuncia di Shinzo Abe alla prosecuzione del mandato di premier alla guida del Paese. 
Una scelta che costa molto alla linea politica del Partito Liberal Democratico e lo getta nella necessità di scegliere un sostutito di valore, in grado di risollevare il carisma politico della storica maggioranza giapponese al governo e soprattutto capace di riassicurare la fiducia dell’elettoralo, pesantemente compromessa negli ultimi mesi. 
 
Qui di seguito un assaggio di quanto potete leggere in approfondimento sulle pagine di Corriere Asia, ASG Media Partner 
 
Un analisi di dettaglio direttamente dall’inviato a Tokyo, Gigi Boccasilee un commento che riporta in luce mesi e mesi di errori, scandali, dimissioni e proposte di legge che hanno segnato il declino del delfino di Koizumi.
 

Scossone politico in Giappone: Abe annuncia le proprie dimissioni

Da TOKYO, Gigi Boaccasile

Un fulmine a ciel sereno. Solo così si potrebbe definire la decisone del Primo Ministro giapponese Shinzo Abe di7719e7ffaa660377ea4304b95c5fec13.jpg annunciare le proprie dimissioni in una conferenza stampa tenutasi nel pomeriggio di oggi, mercoledì 12 settembre.
L’impossibilità di prolungare la legge, in scadenza il primo novembre, che permette alle Forze di Autodifesa Marittime di continuare nell’Oceano Indiano la propria missione di rifornimento alle truppe americane è stata probabilmente la molla che ha portato alla decisione.

La necessità di portare avanti le riforme e il senso di responsabilità verso gli elettori e gli impegni presi con loro, queste le motivazioni con le quali, la sera del 29 luglio scorso, uno sconfitto Shinzo Abe giustificava la ferma intenzione di non dimettersi dalla propria carica.
Sollecitate al tempo anche da alcuni settori del Partito Liberal-Democratico, dopo nemmeno due mesi dal giorno di quelle elezioni, sembra proprio che Shinzo Abe abbia cambiato idea.

Solo poche settimane fa, un quasi completo cambio della guardia nella compagine ministeriale sembrava confermare l’intenzione del Premier di andare avanti e di rilanciare la propria immagine e quella del suo governo, ed è anche per questo motivo che l’annuncio odierno ha lasciato tutti, maggioranza e opposizione, a bocca aperta.

Molti nelle file del PLD non nascondono una certa irritazione, chiedendosi perchè proprio adesso e perchè così all’improvviso.
Dall’altra parte, le forze dell’opposizione, pur comunque ammettendo di essere rimaste spiazzate dall’annuncio, interpretano la decisione del Primo Ministro come la naturale conseguenza delle elezioni di luglio e dello stallo politico che ne è seguito, con una Camera controllata dalla maggioranza ed una dall’opposizione.

L’origine della decisione di Abe si può far risalire alla presa di coscienza da parte del Premier della difficoltà, se non dell’impossibilità, di riuscire ad approvare l’estensione di una piccola ma importante legge, ereditata dal suo predecessore Koizumi.

Si tratta della legge che permette alle Forze di Autodifesa (il “non-esercito” giapponese) di assistere con funzioni logistiche, in particolare di rifornimento di carburante, le forze statunitensi impegnate nella “lotta al terrore” nell’Oceano Indiano.

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89e4ed2c9c2991d43cf82d6eba6169f0.jpgIl commento: la fine di Abe, un disastro annunciato?

COMMENTO DI Paolo Cacciato 

TOKYO: Non è riuscito a spegnere la candela del proprio primo compleanno. Abe ha mollato prima. Molte critiche e da ogni fronte, dagli oppositori e dagli alleati. Non si può però contestare all’ex premier mancanza di convinzione nel tentare il possibile per salvare quanto abilmente condizionato negativamente per le sorti dell’esecutivo. Ripercorriamo un anno di dicharazioni, passi, tremori ed errori: una fotografia che può risonare come escalation di passi falsi.

E’ di poche ore fa la notizia ufficiale: Shinzo Abe, primo ministro da un anno nella guida del Governo giapponese , molla tutto. Le dimissioni dalla carica sembrano essere sicure e irrevocabili.

I segnali però c’erano tutti. Non solo i sondaggi in evidenza sulla perdita di popolarità del delfino di Koizumi alla guida del Paese dal settembre scorso, ma la prova più evidente della sfiducia popolare nel governo Abe è emersa in maniera incisiva durante la pesante sconfitta nelle ultime elezioni del 29 luglio scorso per il rinnovo della Camera Alta.

Ma Abe ha continuato a tener duro, ha messo a segno un rimpasto zoppicante, ignorando e lasciando dietro di sé episodi realmente spiacevoli che hanno segnato in una luce negativa l’operato dell’esecutivo: dalla scomoda affermazione del ministro Ministro della Sanità, Lavoro e Welfare Hakuo Yanagisawa, che definì le donne “macchine per fare figli”, gettando nel polemico le poco presunte radici conservatrici di Abe, al suicidio dell’ex Ministro dell’Agricoltura Toshikatsu Matsuoka, lo scorso maggio, gesto che venne etichettato subito dall’ “inerenza professionale” in seguito al ritrovamento di un vero e proprio testamento politico rilasciato dal suicida al primo ministro Abe, passando poi per le dimissioni dell’allora Ministro per la Riforma dell’Amministrazione, Genichiro Sata, travolto dallo scandalo di una società che avrebbe finanziato in nero la sua campagna durante le ultime elezioni, e poi come dimenticare lo scandalo caduto su un altro parlamentare, Masaaki Homma, capo della commissione governativa per le tasse, accusato dall’opinione popolare in seguito a molteplici appuntamenti con la sua amante in un appartamento governativo.

Ricordiamo poi alcuni gesti forti da parte dell’esecutivo di Abe, che non solo hanno lasciato perplessità fra le fila del pacifismo giapponese, ma si sono da subito contraddistinti per dubbia efficienza di mediazione su temi delicati come la creazione dell’esercito, il coinvolgimento al fianco dell’alleanza con gli USA o i rapporti con i vicini Paesi asiatici su questioni rimaste aperte in seguito al secondo conflitto mondiale: a tal proposito come tralasciare l’istituzione di un vero e proprio Ministero della Difesa, primo episodio di tal portata nella storia giapponese dal secondo dopoguerra ad oggi, alla guida di Fumio Kyuma, crollato subito nello scandalo per aver definito sotto termini di “necessità” l’intervento atomico americano, e screditandosi anche la vicinanza statunitense dopo alcune affermazioni critiche sulla gestione americana della “questione Iraq”. Kyuma sostituito dalla rigorosissima Yuriko Koike, voluta appositamente da Abe come risposta giapponese alla Condi Rice americana, esperimento fallito e scordato nel rimpasto di poche settimane fa. E come dimenticare poi la serie scomoda di affermazioni dello stesso premier giapponese in merito “all’innocenza” dell’esercito nazionale nell’induzione forzata alla prostituzione delle prigioniere cinesi e coreani durante l’imperialismo nipponico in Asia.

Una serie continua di errori che hanno costato molto in termini di credibilità pubblica e di coesione politica. Abe , inoltre, pur affrontando un programma apprezzato dalla destra giapponese, quale l’avvio della creazione di un esercito nazionale, la programmatica modifica costituzionale, la riforma scolastica in un’ottica più nazionalista e rigorosa, non ha tardato a mostrare slanci riformisti rivolti ad un dialogo paritario con i partners asiatici, poco apprezzati alla linea più conservatrice dell’LPD…

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Shinzo Abe molla tutto: fra notizia e commento sulle dimissioni del premier giapponeseultima modifica: 2007-09-12T12:20:00+02:00da inokashira
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